Visualizzazioni totali

LE BALLATE DI ROBIN HOOD


LE BALLATE DI ROBIN HOOD
 Tra il XVII ed il XVIII sec, furono scritte ben trentotto ballate intorno alla figura e alle gesta di Robin Hood.


Le Ballate di Robin Hood


Le Rhymes of Robin Hood sono menzionate per la prima volta nel lungo poema didascalico Piers Plowman ("Pietro l'Aratore") di William Langland (1377), dove il contadino Sloth afferma di conoscere a memoria le rhymes of Robin Hood and Ranulf Earl of Chester; ma già nella sezione dei Pipe Rolls dell’anno 1294, relativa allo Yorkshire, si fa menzione di un Robertus Hood fugitivus. Robin Hood appare come figura storica nella Orygynale Cronykil di Andrew of Wyntoun (1420), un resoconto in versi della storia scozzese dalle origini fino al regno di Giacomo I; Nello stesso XV secolo seguente molti cronisti inglesi e scozzesi (Bower, Major, Stow) alludono all'enorme popolarità delle storie incentrate sulla figura del bandito della foresta di Sherwood e dei suoi compagni. Nessuno dei cronisti più antichi, con l’eccezione di Wyntoun, parla però dell'effettiva storicità del personaggio; potremmo dire che il loro silenzio sembra fatto apposta per gli appassionati, dilettanti e non, che da allora si sono dedicati a continue ricerche per stabilire l'autentica identità del bandito che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Alcuni studiosi tedeschi considerano Robin Hood come l'ultima manifestazione, una debased form del dio Wotan (ags. Woðan isl. antico Óðinn, il nostro Odino, < prg. *Wutanaz, da una radice connessa con il tedesco Wut "ira, collera" e, si faccia attenzione, anche con un antico termine inglese per "pazzo, collerico", wood, cfr. l'espr. to wax wood "impazzire, infuriarsi", che ha una notevole assonanza con Hood), o almeno di una delle divinità silvestri che popolano le antiche leggende germaniche; è opportuno tenere presente che il vecchio traditore della ballata Earl Brand (v. p. 21), dagli stessi studiosi ritenuto anch'esso una remota sopravvivenza di Odino, si chiama giustappunto Carl Hood (il nome Carl non corrisponde necessariamente al nostro "Carlo", bensì potrebbe essere un antico termine scandinavo dal significato di "vecchio; uomo, tizio", cfr. islandese kerl-ing "vecchia, donna anziana", scozzese carline [wife] "idem", tedesco Kerl "tizio", inglese moderno churl "vecchio (malandato); tizio"; quindi, "vecchio Hood"). Si ricordi inoltre il silly auld man della ballata Johnie Cock, anch'esso un delatore. Tutte queste figure della "foresta verde" sarebbero dunque la lontana eco di culti germanici primitivi, la cui memoria non si sarebbe spenta del tutto; figure legate da millenni al mondo silvestre che, come abbiamo più volte detto, fu teatro di aspre lotte per l'esistenza durante tutto il medioevo ed anche oltre (a questo proposito, si veda anche la tragica Robyn and Gandeleyn, dove il protagonista è un semplice cacciatore di frodo; però non si può fare a meno di notare che ha lo stesso nome di battesimo del bandito). A questo si aggiunga che il nome della foresta di Sherwood ha un significato sacrale: "Foresta Lucente, Foresta Pura [per i sacrifici], " (sheer, < ags. scer è un antico termine per "sacro, santo" connesso con la radice germanica dello "splendere" [ingl. shine] che si ritrova anche nella tradizionale denominazione del "Giovedì Santo", Sheer Thursday, cfr. anche il primo verso di Iudas, v.p. 5: hit wes vpon a Scere þors dai... "accadde un Giovedì Santo..."). "Robin", "Hood" sono dunque nomi che fanno dei lunghi giri e poi ritornano nella tradizione popolare britannica (e, quindi, nelle ballate), e minuziose ricerche condotte su antichi documenti ritrovati in alcuni castelli ed in polverosi archivi hanno fatto venire alla luce diversi Robin Hood vissuti nei secoli XII, XIII e XIV, alcuni dei quali avrebbero benissimo potuto essere, per così dire, "ispiratori" del fuorilegge che lottava contro l'oppressione feudale rapinando ricchi prelati e nobili; ma la biografia di tali personaggi, anche se potesse essere veramente ricostruita, sarebbe comunque ben poca cosa in confronto alle gesta del personaggio delle leggende. Le ballate di Robin Hood cominciano comunque ad essere trascritte nel XV secolo (la prima in assoluto, Robyn Hode and þe Munke, risale a circa il 1450, mentre la sterminata Lytell Geste of Robyn Hoode è del 1495 circa); già in esse si hanno delle indicazioni molto precise riguardo al "teatro di operazione" del bandito (lo Yorkshire sudoccidentale e, più nel dettaglio, la zona del Barnesdale); più tardi, Robin Hood appare come Conte di Huntingdon. Il Ritson, che raccolse tutte le più antiche ballate e canzoni ispirate alla sua figura, affermò che fosse nato circa nel 1160 a Locksley (e con questo nome appare nell’Ivanhoe di Sir Walter Scott), nel Nottinghamshire, e che il suo vero nome fosse Robert Fitz-Ooth. Martin Parker, nel suo True Tale (1632) si spinge ad indicare la data precisa della sua morte (narrata nella ballata Robin Hood’s Death), il 18 novembre 1247 (Robin Hood sarebbe dunque scomparso all’età di 87 anni, davvero veneranda per quell’epoca e, soprattutto, per la vita avventurosa che aveva condotto).
Il Robin della leggenda sembra quindi coincidere con Robin duca di Huntigdon, imparentato con i Loxley,
sulla cui tomba (o supposta tale) a Kirklees è incisa la seguente iscrizione:
Robert Earl of Huntingdon
Lies under this little stone.
No archer was like him so good;
His wildness named him ROBIN HOOD.
For thirteen years, and something more,
These northern parts he vexed sore.
Such outlaws as he and his men
May England never know again.
 Robert Duca di Huntingdon
Giace sotto questa piccola pietra
Nessun arciere fu pari a lui
Per la sua natura fu detto ROBIN HOOD.
Per tredici anni e più
Queste terre del nord egli rese aride.
Fuorillege come lui ed I suoi uomini
Possa l’Inghilterra non vederne più.
Non si riesce mai a sapere che genere di crimine abbia spinto Robin Hood alla macchia; lo ritroviamo già nella foresta con la sua fedele banda (Little John, Much il Mugnaio ecc.) mentre passa il tempo tra gare di tiro con l'arco, battute di caccia al cervo, rapine ai danni di ricchi viandanti ed epiche abbuffate. Sebbene Robin Hood affermi e si onori di essere il suddito più fedele di Re Riccardo e lotti senza tregua contro l’usurpatore Giovanni Senza Terra, la sua fedeltà si ferma davanti alle severissime leggi sulla caccia, applicate con crudele rigore dagli ufficiali della Corona, uno dei quali, il famigerato Sceriffo di Nottingham, è il suo nemico numero uno. Così, anche vescovi e frati sono tra le sue vittime preferite, malgrado egli ostenti una profonda religiosità ed una devozione particolare verso la Madonna. Nelle ballate più tarde vediamo un Robin Hood alquanto più spiritoso e burlone di quanto non lo sia in quelle medievali, ma anche nelle ballate più antiche egli appare come una persona gioviale nonostante le sue rapine ed i massacri; i suoi modi gentili lo hanno trasformato nel "modello" di tutti i banditi gentiluomini, e le sue gesta sono state naturalmente "catturate" dal cinema, da Errol Flynn a Walt Disney (dove Robin è ovviamente rappresentato da una volpe), fino a Kevin Costner. I principali beneficiari delle sue azioni sono i contadini del Barnesdale, ai limiti della foresta di Sherwood (ancora esistente), il nascondiglio preferito di Robin; essi, di rimando, sono ben disposti a rischiare qualcosa per nascondere e difendere il fuorilegge e la sua banda dalle grinfie degli sbirri. Nella prima fase della leggenda, i compagni di Robin Hood erano il gigantesco Little John (del quale viene tramandata la statura: circa due metri e dieci) ed il minuscolo Much il Mugnaio (si noti l'ironia: l'enorme John è little ("piccolo"), mentre il lillipuziano mugnaio si chiama Much (in realtà un diminutivo di Michael, ma formalmente identico a much, in inglese medievale ancora con il significato di "grande", cfr. lo scozzese meikle, l'islandese mikill ed il greco ìÝãáò, ìåãÜë-oõ). Gli altri personaggi, come Will Scathelock, Frate Tuck, Will Stutly e, soprattutto, la bella Marianna, sono entrati nelle storie in un secondo momento.
Dal punto di vista stilistico, le rhymes of Robin Hood fanno categoria a sè. Le ballate più antiche, come Robyn Hode and þe Munke (ancora in una lingua di transizione tra l'inglese medio e la primissima fase di quello moderno), sebbene si basino su canzoni popolari, sembrano essere state composte e recitate da menestrelli e cantastorie professionisti, molti dei quali aspiravano alla yeomanry (gli yeomen, termine sorto dalla contrazione di young men, erano piccoli agricoltori semi-indipendenti che tradizionalmente erano inquadrati in un corpi militari rurali). Erano troppo "difficili", e, soprattutto, troppo lunghe per il vero cantore popolare (Robyn Hode and þe Munke, con le sue novanta strofe, è pur niente in confronto alla Lytell Geste of Robin Hode, un vero a proprio poemetto di quasi duemila versi): spesso sono presenti due piani narrativi, con il narratore che si inserisce qua e là nella storia, a suo piacimento. Nelle vere ballate popolari i luoghi non hanno alcuna importanza, oppure sono dei puri stereotipi (la merrie Scotland, la faire England, la fair London town ecc.); in quelle di Robin Hood i rilievi toponomastici sono esattissimi, e s'indugia con molta precisione sulla descrizione dell'idilliaco paesaggio della foresta, tanto che l'atmosfera che viene a crearsi è importantissima ai fini del fascino della storia. Il menestrello entra nella narrazione da tutti i pertugi; molte delle ballate si aprono con una richiesta d'attenzione rivolta agli ascoltatori (un topos antichissimo nella poesia britannica, si pensi ad esempio all'inizio del Beowulf: Hwæt! We Gardena in geardagum...). Il cantore espone l'argomento (non vuole sorprese!) e, quando si accorge che comincia ad uscire un po' dal seminato, oppure quando ha bisogno semplicemente di rifiatare, butta giù un paio di versi "tappabuchi", nei quali si preoccupa quasi sempre di confermare la sua assoluta aderenza alla verità degli eventi: For sooth, as I yow say, Sertenly withouthen layn ecc. Quando effettua un passaggio tra una scena ed un'altra, non manca mai di avvertire gli ascoltatori:
Let us leave talking of Little John, For hee is bound fast to a tree, And talke of Guy and Robin Hood In the greene woode where they bee.
Infine, si hanno spesso conclusioni convenzionali contenenti un buon augurio per il pubblico:
God þat is euer a crowned kyng Bryng vs all to his blisse!
Quando i menestrelli scomparvero, Robin Hood divenne un personaggio delle broadsides, i fogli volanti venduti per pochi pennies nelle città. Molte delle ballate hoodiane, dal XVII secolo in poi, provengono da tali fogli, e la popolarità del bandito di Sherwood finì addirittura con l'aumentare, a volte con qualche sussiego da parte di qualcuno (come testimonia il famoso proverbio inglese tales of Robin Hood are good for fools). Dato che gli eroi nazionali sono difficilmente esportabili, in Scozia, in Irlanda ed in America si sono sempre cantate poche ballate su Robin Hood. A dire il vero, anche nella tradizione inglese più schietta le ballate sopravvissute sono abbastanza poche. Quelle ancora note, soprattutto in Inghilterra, ma anche in Scozia ed in America, derivano chiaramente da mediocri fogli volanti, con pochissime variazioni.
Le ballate su Robin Hood, quale che sia la loro origine e la loro distribuzione nel tempo, seguono la vita e le avventure dell'eroe dalla nascita fino alla morte. Abbiamo quindi voluto strutturare la nostra silloge come una sorta di "biografia", mescolando le composizioni più tarde (The Birth of Robin Hood, che narra della sua nascita, risale probabilmente del XVII secolo ed è stata trascritta solo nel 1827) con quelle più antiche (Robyn Hode and þe Munke proviene, come abbiamo detto, da un manoscritto del 1450 circa). Abbiamo purtroppo dovuto escludere, per la sua estrema lunghezza, la Lytell Geste of Robin Hode, che contiene la maggior parte delle avventure più note.

(118) THE BIRTH OF ROBIN HOOD - La Nascita di Robin Hood
Può apparire curioso che la "biografia" dell'eroe nazionale inglese inizi con una ballata scozzese, ma il presente testo, trascritto nel 1827 dal Jamieson (II, 44,8) direttamente dalla recitazione (si badi bene: dalla recitazione, non dal canto) della sua anziana zia, Mrs. Katharine Brown di Falkland, autentica "miniera" di antiche ballate (da cui il nome di Brown Manuscript dato alla raccolta trascritta dal Jamieson dalla voce della donna), è l'unica ballata che narri della nascita di Robin Hood. In essa, il bandito appare addirittura come nipote illegittimo di Re Riccardo (nella ballata propriamente un Earl), nato cioè dalla relazione della figlia del Re con Willie, un giovane di nobili natali attendente alla tavola del Re (si ricordi che, presso le tavole regali medievali, la funzione di assaggiatore e di "trinciatore", o scalcatore, era assai importante ed era spesso svolta addirittura da aristocratici). La madre, fuggita insieme al padre per partorire, dà alla luce Robin proprio nella foresta, prima che i genitori vengano riacciuffati dagli uomini del Re; Robin Hood, dunque, fin dalla sua nascità è legato alla "foresta verde", dove ha emesso il primo vagito e dove passerà tutta la vita. È Re Riccardo stesso che gli impone il nome e che lo riconosce come legittimo nipote, e questo può essere interpretato come un tentativo di spiegazione a posteriori dell'incrollabile fedeltà che Robin Hood avrà sempre verso di lui.
THE BIRTH OF ROBIN HOOD
O Willie's large o' limb and lith 1 And come o' high degree, And he is gane to Earl Richard To serve for meat and fee. Earl Richard had but ae daughter 2 Fair as a lily flower; And they made up their love-contract Like proper paramour. It fell upon a simmer's nicht 3 Whan the leaves were fair and green, That Willie met his gay ladie Intil the wood alane. O narrow is my gown, Willie, 4 That wont to be sae wide; And gane is a' my fair colour That wont to be my pride. But gin my father should get word 5 What's past between us twa, Before that he should eat or drink He'd hang you o'er that wa'. But ye'll come to my bower, Willie, 6 Just as the sun gaes down; And kep me in your arms twa And latna me fa' down. O whan the sun was now gane down 7 He's doen him till her bower; And there by the lee licht o' the moon Her window she lookit o'er. Intill a robe o' red scarlet 8 She lap, fearless o' harm; And Willie was large o' lith and limb And keppit her in his arm. And they've gane to the gude green wood; 9 And ere the night was deen She's born to him a bonny young son Amang the leaves sae green. Whan night was gane and day was come 10 And the sun began to peep, Up and raise the Earl Richard Out o' his drowsy sleep. He's ca'd upon his merry young men 11 By ane, by twa, and by three: O what's come o' my daughter dear, That she's nae come to me? I dreamt a dreary dream last night - 12 God grant it come to gude - I dreamt I saw my daughter dear Drown in the saut sea flood. But gin my daughter be dead or sick, 13 Or yet be stown awa, I mak a vow, and I'll keep it true, I'll hang ye ane and a'. They sought her back, they sought her fore, 14 They sought her up and down; They got her in the gude green wood Nursing her bonny young son. He took the bonny boy in his arms 15 And kist him tenderlie; Says, Though I would your father hang, Your mother's dear to me. He kist him o'er and o'er again: 16 My grandson I thee claim; And Robin Hood in gude green wood, And that shall be your name. And mony ane sings o' grass, o' grass, 17 And mony ane sings o' corn, And mony ane sings o' Robin Hood Kens little whare he was born. It wasna in the ha', the ha', 18 Nor in the painted bower, But it was in the gude green wood Amang the lily flower.
LA NASCITA DI ROBIN HOOD
O, Willie è largo di spalle 1 E nato di nobile famiglia, È andato da Re Riccardo A servire per vitto e alloggio. Re Riccardo aveva un'unica figlia 2 Bella come un fior di giglio; E fecero il loro patto d'amore Come si conviene agli innamorati. Accadde una notte d'estate 3 Quando le foglie eran belle verdi, Willie incontrò la sua donna Da sola nella foresta. Willie, la gonna mi sta stretta, 4 E prima mi stava larga; Non ho più il bel colorito Che prima era il mio orgoglio. Ma se mio padre sapesse 5 Cio che è successo fra noi due, Prima di mettersi a mangiare Ti ferebbe appendere al quel muro. Ma tu verrai al mio castello, Willie, 6 Proprio al tramonto del sole; Mi prenderai tra le tue braccia Quando io mi butterò giù. Quando il sole fu tramontato 7 Lui si recò al castello; Ed al fioco chiaro di luna Lei guardava dalla finestra. Con addosso un vestito scarlatto 8 Lei saltò giù, senza alcuna paura; Willie aveva grandi spalle E la prese tra le sue braccia. Sono andati nella foresta verde, 9 E prima che venisse l'alba Gli ha partorito un bel bambino Tra le belle foglie verdi. Quando finì la notte e venne il giorno 10 Ed il sole fece capolino, Re Riccardo si alzò dal letto Dal suo sogno agitato. Chiamò i suoi uomini 11 Uno ad uno, due a due e tre a tre: Che è successo alla mia cara figlia, Ché non è venuta su da me? Ho fatto un incubo stanotte, 12 Che Iddio me la mandi buona - Ho visto la mia cara figlia Annegata nel mare salato. Ma se mia figlia è malata o morta, 13 Oppure, se è stata rapita, Faccio voto, e lo manterrò, Che vi impiccherò tutti quanti. La cercarono da tutte le parti, 14 La cercarono di qua e di là; La trovarono nella foresta verde Che allattava il suo bambino. Lui prese il bambino tra le braccia 15 E lo baciò teneramente; Disse, Anche se impiccherei tuo padre, Tua madre mi è molto cara. Lo baciò e lo baciò ancora: 16 Ti riconosco come mio nipote; Robin Hood della Foresta Verde, Questo sarà il tuo nome. Molti cantano dell'erba, dell'erba 17 E molti cantano del grano; Molti cantano di Robin Hood, Ma sanno poco di dove è nato. No, non è stato in un castello 18 E neanche in una sala affrescata, È nato nella verde foresta Tra fiori di giglio.

(125) ROBIN HOOD AND LITTLE JOHN - Robin Hood e Little John
Siamo all’incontro tra Robin Hood e colui che sarà il suo più fedele e valoroso compagno, Little John. Robin ha diciotto anni, è già il capo della banda di Sherwood ed incontra su uno "stretto e lungo ponte" un forestiero, giovane quanto lui e gigantesco, che osa non cedergli il passo. Poiché le questioni di precedenza sono veramente antiche quanto il modo, il combattimento è inevitabile; ma Robin Hood ha in mano il suo arco, mentre il forestiero ha solo un bastone. Robin accetta cavallerescamente di mettersi alla pari del suo avversario, getta l’arco, si arma di un bastone ed ha quindi inizio l’episodio reso famoso da tutti i film sulla sua figura. A questo punto c’è da dire che almeno una dozzina di ballate su Robin Hood contiene questa formula narrativa: il forestiero, la sconfitta di Robin e quest’ultimo che, colpito dalla sua bravura e dal suo valore, invita il vincitore ad unirsi alla banda. Certamente, gli ammiratori di Robin Hood possono sentirsi un po’ "delusi" delle continue batoste rimediate dal loro eroe in questi scontri, ma forse il generoso Robin si finge solo sconfitto per adulare il vincitore ed avere un uomo valoroso accanto a sé, magari già "adocchiato" in precedenza. Comunque sia, come tutti o quasi sanno, Little John non solo si batte alla pari con Robin, ma, anzi, lo mette alle corde; questi grida di fermarsi ai suoi uomini, che già stavano per intervenire, elogia l’avversario davanti a tutti e Little John accetta di buon grado di entrare nella banda. Il nostro testo proviene dalla tradizione americana dello stato del Kentucky (da American Speech, II, 75), ma segue fedelmente una broadside inglese settecentesca, con alcune eliminazioni e miglioramenti. Si noti la rima interna nel terzo verso di ciascuna strofa.
ROBIN HOOD AND LITTLE JOHN
When Robin Hood was about eighteen years old 1 He chancéd to meet Little John, A jolly brisk blade just fit for his trade For he was a sturdy young man. Altho he was little his limbs were large, 2 His stature was seven feet high. Wherever he came, he soon quickened his name And presently caused them to fly. One day these two met on a long narrow bridge, 3 And neither of them would give way, When Robin stepped up to the stranger and said, "I’ll show you brave Nottingham play." "You speak like a coward", the stranger he said, 4 "As there with your long-bow you stand; I vow and protest you may shoot at my breast While I have but a staff in my hand." "The name of a coward," said Robin, "I scorn, 5 And so my long-bow I lay by And then for your sake a staff I will take The strength of your manhood to try." Then Robin he stepped out into a grove 6 And pulled up a staff of green oak, And this being done straight back he did come, And thus to the stranger he spoke: "Behold thou my staff, it is lusty and tough, 7 On this long narrow bridge let us play; Then he who falls in, the other shall win The battle and the we’ll away." Then Robin hit the stranger a crack on the crown 8 That caused the blood to appear And thus so enraged they more closely engaged And laid on the blows most severe. The stranger gave Robin a crack on the crown 9 That was a most terrible stroke, The very next blow laid Robin below And tumbled him into the brook. "Oh, where are you now?", the stranger he cried; 10 With a hearty laugh in reply, "Oh, faith, in the flood," quoth bold Robin Hood, "And floating away with the tide." Then Robin he waded all out of the deep 11 And pulled himself up by a thorn, Then just at the last he blew a loud blast So merrily on his bugle horn. The hills they did echo, the valley did ring, 12 Which caused his gay men to appear, All dressed in green, most fair to be seen Straight up to the master they steer. "What aileth thee, master?", quoth William Stutely, 13 "You seem to be wet to the skin." "No matter," quoth he, "This villain you see In fighting hath tumbled me in." "We’ll pluck out his eyes and duck him likewise," 14 Then seized they the stranger right there, "Nay, let him go free," quoth bold Robin Hood, "For he’s a brave fellow. Forbear! "Cheer up jolly blade and don’t be afraid 15 Of all these gay men that you see, There are four-score and nine and if you will be mine You may wear of my own liverie." A brace of fat deer was quickly brought in, 16 Good ale and strong liquor likewise, The feast was so good, all in the greenwood Where this jolly babe was baptised.
ROBIN HOOD E LITTLE JOHN
Quando Robin Hood era sui diciott’anni 1 Per caso incontrò Little John, Un giovane ardito proprio adatto a quelle cose Perché era davvero robusto. Sebbene un ragazzo, era un costolone 2 Alto quasi due metri e dieci; Dovunque arrivasse si faceva conoscere E subito faceva scappar tutti. Su un lungo e stretto ponte s’incontraron quei due 3 Un giorno, e nessuno voleva dare il passo; Robin Allora andò dal forestiero e gli disse: "Ora ti fo vedere che bei giochi si fanno a Nottingham." "Tu parli da vile", rispose il forestiero, 4 "Ché te nei stai lì col tuo arco; Bella forza, ti dico, mi puoi colpire al cuore Mentre io non ho che un bastone in mano." "Vile non m’ha mai chiamato nessuno", disse Robin, 5 "Metterò da parte il mio arco; E quindi per te mi prenderò un bastone E metterò alla prova il tuo coraggio." Allora Robin andò in un boschetto 6 E staccò un ramo da una giovane quercia; Una volta fatto, tornò subito indietro E parlò così al forestiero: "Guarda il mio bastone, è spesso e robusto, 7 Ora battiamoci su questo ponte; Quando uno cadrà, l’altro sarà il vincitore, E poi ognuno per la sua strada." Robin diede al forestiero un bel colpo in testa 8 E il sangue cominciò a scorrere; Allora i due s’impegnarono con ancor più furia E si davano dei colpi terribili. Il forestiero tirò a Robin una mazzata un testa, 9 Un colpo proprio terrificante; Ed al successivo Robin cadde di sotto Scaraventato dentro al torrente. "Dove sei adesso?", gridò il forestiero, 10 Ricevendo una bella risata in risposta, "Nel fiume, di certo", disse Robin spavaldo "Portato via dalla corrente." Robin allora si tirò fuori dal fiume 11 Aggrappandosi a un cespuglio spinoso, E poi, alla fine, suonò potentemente Il suo squillante corno da caccia. I colli fecero eco e risuonò la vallata 12 E i suoi uomini sbucarono fuori, Tutti vestiti di verde, così belli alla vista Subito andaron dal loro capo. "Che succede, capo?", disse William Stutely 13 "Sembri bagnato fino al midollo." "Non importa," disse, "Questa canaglia qui Mi ha buttato giù durante una lotta." "Gli caviamo gli occhi e lo buttiamo di sotto," 14 E misero le mani addosso al forestiero; "Lasciatelo stare," disse fermamente Robin, "Perché è coraggioso, e state calmi! "Rallegrati, giovanotto, e non temere, 15 Di questi allegri uomini che vedi Ce ne son ottantanove, e se verrai con me Potrai indossar la mia stessa divisa." Fu portato subito un paio di grassi cervi, 16 Ed anche buona birra e liquore forte; La festa fu così bella nella foresta verde Dove quel bravo ragazzo fu battezzato.



(119) ROBYN HODE AND ÞE MUNKE - Robin Hood e il Frate
Robin Hood è, come detto, un uomo di grande religiosità e, malgrado il pericolo, sente l'obbligo morale di andare a prendere Messa a Nottingham. Per strada litiga con il suo unico compagno, Little John, che torna indietro nella foresta. In chiesa, un frate riconosce Robin e corre ad avvertire lo Sceriffo. Scoperto, Robin oppone una strenua resistenza, ma viene catturato. In qualche modo, i compagni vengono a sapere della brutta notizia, e Little John e Much s'imbattono nel frate, che sta recando al Re delle missive concernenti proprio la cattura del fuorilegge. I banditi uccidono il frate ed il suo paggio, e s'incaricano di compiere la loro missione (con ben altro scopo, ovviamente). La notizia è generosamente ricompensata dal Re, che scrive delle lettere ufficiali, munite del suo sigillo privato, con le quali si ordina che il bandito venga portato al suo cospetto. Al loro arrivo a Nottingham, i falsi messaggeri sono accolti dallo Sceriffo con tutti gli onori, ma quando egli se ne va a letto completamente ubriaco, Little John uccide il carceriere e libera Robin Hood. Mentre Robin ed il suo luogotenente rinnovano il loro vincolo di amicizia durante un banchetto nella foresta, lo Sceriffo giace in preda allo sconforto temendo la collera del Re. Il Re, però, è più divertito che arrabbiato per l'astuzia di Little John. Conservata in un manoscritto risalente circa al 1450, Robyn Hode and þe Munke, oltre ad essere la più antica ballata del genere pervenutaci (è scritta ancora in una lingua più vicina all'inglese medio che a quello moderno, come la contemporanea Robyn and Gandeleyn, nella quale però, abbiamo visto, "Robyn" non è Hood), è anche quella meglio strutturata ed è composta con consumata abilità narrativa, malgrado sia lacunosa in alcuni punti. La riconciliazione di Little John e Robin Hood, che avviene quasi alla fine, fa da contrappeso all'episodio del litigio, che avviene poco dopo l'inizio, mentre l'epilogo alla corte del Re sembra quasi voler dire che non poteva andare che così. Di particolare effetto è la scena che si conclude con la morte del frate; il colloquio di Little John con il carceriere è un gioiello di ironia, mentre i motivi addotti da Little John prima al Re, e poi allo Sceriffo per la scomparsa del frate sono assai plausibili e permeati di buon senso. Le prime strofe della ballata, considerate giustamente uno dei capolavori stilistici delle antiche ballate, presentano ancora il tipico fenomeno germanico dell'allitterazione (che, ovviamente, non è stato possibile rendere nella traduzione); da notare che la prima strofa della ballata ricorda molto da vicino l’attacco dei Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer. Il testo che qui presentiamo è la trascrizione effettuata dal grande studioso W.W. Skeat direttamente dal ms. Ff. 5.48 (f. 128) della Cambridge University Library; la composizione è chiaramente opera di menestrelli. 3 è un'antica grafia corrispondente a volte al moderno < y >, a volte a < gh >.
ROBYN HODE AND ÞE MUNKE
In Somer, when þe shawes be sheyne 1 And leves be large and long, Hit is full mery in feyre foreste To here þe foulys song; To se þe dare draw to þe dale 2 And leve þe hilles hee, And shadow hem in þe leves grene Vnder þe grene-wode tre. Hit befel on Whitsontide, 3 Erly in a May mornyng, The son vp feyre can shyne And the briddis mery can syng. This is a mery mornyng, seid Litull John, 4 Be hym þat dyed on tre; A more mery man þen I am one Lyves not in Cristiante. Pluk vp þi hert, my dere mayster, 5 Litull John can sey, And thynk hit is a full fayre tyme In a mornyng of May. 3e, on thyng greves me, seid Robyn, 6 And does my hert mych woo - Þat I may not no solem day To mas nor matyns goo. Hit is a fourtnet and more, seid he, 7 Syn I my sauyour see; To day wil I to Notyngham, seid Robyn, With þe myght of mylde Marye. Than spake Moche, þe mylner son, 8 Euer more wel hym betyde: Take twelue of þi wyght 3emen, Well weppynd, be þi side. Such on wolde þi selfe slon, Þat twelue dar not abyde. Of all my mery men, seid Robyn, 9 Be my feith I wil non haue, But Litull John shall beyre my bow Til þat me list to drawe. Þou shall beyre þin own, seid Litull Jon, 10 Maister, and I wyl beyre myne, And we well shete a peny, seid Litull Jon, Vnder þe grene-wode lyne. I wil not shete a peny, seyd Robyn Hode, 11 In feith, Litull John, with the, But euer for on as þou shetis, seide Robyn, In feith I holde þe thre. Thus shet þei forth, þese 3emen two, 12 Bothe as buske and brome, Til Litull John wan of his maister Fiue shillings to hose and shone. A ferly strife fel þem betwene 13 As they went bi the wey: Litull John seid he had won fiue shillings, And Robyn Hode seid schortly, nay. With that Robyn Hode lyed Litul Jon 14 And smote hym with his hande; Litul Jon waxed wroth þerwith And pulled out his bright bronde. Were þou not my maister, seid Litull John, 15 Þou shouldis be hit ful sore; Get þe a man wher þou wilt, For þou getis me no more. Þen Robyn goes to Notyngham 16 Hym selfe mournyng allone, And Litull John to mery Scherwode - The pathes he knew ilkone. Whan Robyn came to Notyngham, 17 Sertenly withouten layn, He prayed to God and myld Mary To bryng hym out saue agayn. He gos in to Seynt Mary chirch 18 And kneled down before the rode; Alle þat euer were þe church within Beheld wel Robyn Hode. Beside hym stod a gret-hedid munke, 19 I pray to God woo he be! Fful sone he knew gode Robyn As sone as he hym se. Out at þe durre he ran 20 Fful sone and anon; Alle the 3atis of Notyngham He made to be sparred euerychon. Rise vp, he seid, þou prowde schereff, 21 Buske þe and make þe bowne; I haue spyed þe kynggis felon Ffor sothe he is in þis town. I haue spyed þe false felon 22 As he stondis at his masse; Hit is long of þe, seide the munke, And euer he fro vs passe. Þis traytur name is Robyn Hode, 23 Vnder the grene-wode lynde; He robbyt me onys of a hundred pound, Hit shalle neuer out of my mynde. Vp then rose þis prowde shereff, 24 And radly made hym 3are; Many was þe moder son To þe kyrk with hym can fare. In at the durres þei throly thrast 25 With staves ful gode wone: Alas, alas, seid Robyn Hode, Now mysse I Litull John. But Robyn toke out a two-hond sworde 26 Þat hangit down be his kne; Þer as þe schereff and his men stode thyckust Thedurwarde wolde he. Thryes thorowout þem he ran þen, 27 For soþe as I yow sey, And woundyt mony a moder son, And twelue he slew þat day. His sworde vpon þe schireff hed 28 Sertanly he brake in two; -Þe smyth þat þe made, seid Robyn, I pray to God wyrke hym woo! Ffor now am I weppynlesse, seid Robyn, 29 Alasse, agayn my wylle; But if I may fle þese traytors fro, I wot þei wil me kyll. Robyn in to the churche ran 30 Throout hem euerilkon [......]
[ News of his capture reaches his men ]
Sum fel in swonyng as þei were dede, 31 And lay stil as any stone; Non of theym were in her mynde But only Litull Jon. Let be your rule, seid Litull Jon, 32 Ffor his luf þat dyed on tre, 3e þat shulde be du3ty men - Het is gret shame to se. Oure maister has bene hard bystode 33 And 3et scapyd away; Pluk vp your hertis, and leve this mone, And harkyn what I shal say. He has seruyd Oure Lady many a day 34 And 3et wil, securly; Þerfor I trust in hir specialy No wyckud deth shal he dye. Þerfor be glad, seid Litul John, 35 And let this mournyng be; And I shal be þe munkis gyde With þe myght of mylde Mary. Than spake Moche, the mylner son: 36 We will go, but we two; And I mete hym, seid Litul John, I trust to wyrke hym woo. Loke þat 3e kepe wel owre tristil-tre 37 Vnder þe levys smale, And spare non of this venyson That gose in thys vale. Fforþe þen went these 3emen two, 38 Litul John and Moche on fere, And lokid on Moch emys hows - Þe hye way lay full nere. Litul John stode at a wyndow in þe mornyng 39 And lokid forþ at a stage; He was war wher þe munke came ridyng, And with hym a litul page. Be my feith, seid Litul John to Moch, 40 I can þe tel tithyngus gode: I se wher þe munke cumys rydyng, I know hym be his wyde hode. They went in to the way, þese 3emen boþe, 41 As curtes men and hende; Þei spyrred tithyngus at þe munke As they hade bene his frende. Ffro whens come 3e? seid Litull Jon, 42 Tel vs tithyngus, I yow pray, Off a false owtlay callid Robyn Hode Was takyn 3isterday. He robbyt me and my felowes boþe 43 Of twenti marke, in serten; If þat false owtlay be takyn, Ffor soþe we wolde be fayn. So did he me, seid -þe munke, 44 Of a hundred pound and more; I layde furst hande hyn apon, 3e may thonke me þerfore. I pray God thanke you, seid Litull John, 45 And we wil when we may; We wil go with you, with your leve, And bryng yow on your way. Ffor Robyn Hode hase many a wilde felow, 46 I tell you in certen; If þei wist 3e rode þis way In feith 3e shulde be slayn. As þei went talking be þe way, 47 The munke and Litull John, John toke þe munkis horse be þe hede Fful sone and anon. Johne tooke þe munkis horse be þe hed, 48 Ffor soþe as I yow say; So did Much þe litull page, Ffor he shulde not scape away. Be þe golett of þe hode 49 John pulled þe munke down; John was nothyng of hym agast, He lete hym falle on his crown. Litull John was sore agrevyd 50 And drew owt his swerde in hye; This munke saw he shulde be ded, Lowd mercy can he crye. He was my maister, seid Litull John, 51 Þat þou hase brow3t in bale; Shalle þou neuer cum at our kyng Ffor to telle hym tale. John smote of þe munkis hed, 52 No longer wolde he dwell; So did Moch þe litull page Ffor ferd lest he wolde tell. Þer þei beryed hem boþe 53 In nouþer mosse nor lyng, And Litull John and Much infere Bare þe letturs to oure kyng. Whan John came unto the kyng 54 He knelid down vpon his kne: God 3ow saue, my lege lorde, Ihesus yow saue and se! God yow saue, my lege kyng! 55 To speke John was full bolde; He gaf hym þe letturs in his hond, The kyng did hit vnfold. Þe kyng red þe letturs anon 56 And seid, So mot I the, Þer was neuer 3oman in mery Inglond I longut so sore to se. Wher is þe munke þat þese shuld haue brou3t ? 57 Oure kyng can say: Be my trouth, seid Litull John, He dyed after þe way. Þe kyng gaf Moch and Litul John 58 Twenti pound in sertan, And made þeim 3emen of þe crown And bade þeim go agayn. He gaf John þe seel in hand 59 The sheref for to bere, To bryng Robyn hym to And no man do hym dere. John toke his leve at oure kyng, 60 Þe sothe as I yow say; Þe next way to Notyngham To take, he 3ede þe way. Whan John came to Notyngham 61 The 3atis were sparred ychon; John callid vp þe porter, He answerid sone anon. What is þe cause, seid Litul John, 62 Þou sparris þe 3ates so fast? Because of Robyn Hode, seid þe porter, In depe prison is cast. John and Moch and Wyll Scathlok, 63 Ffor sothe as I yow say, Þei slew oure men vpon our wallis And sawten vs euery day. Litull John spyrred after þe schereff, 64 And sone he hym fonde; He oppyned þe kyngus priue seell And gaf hym in his honde. Whan þe scheref saw þe kyngus seell 65 He did of his hode anon: Wher is þe munke þat bare þe letturs? He seid to Litull John. He is so fayn of hym, seid Litul John, 66 Ffor soþe as yow say, He has made hym abot of Westmynster, A lorde of þat abbay. The scheref made John gode chere 67 And gaf hym wyne of the best; At ny3t þei went to her bedde And euery man to his rest. When þe scheref was on slepe, 68 Dronken of wyne and ale, Litul John and Moch for soþe Toke þe way vnto the jale. Litul John callid vp þe jayler 69 And bade hyn rise anon; He seyd Robyn Hode had brokyn prison And out of hit was gon. The porter rose anon sertan 70 As sone as he herd John calle; Litul John was redy with a swerd And bare hym to þe walle. Now wil I be porter, seid Litul John, 71 And take þe keyes in honde. He toke þe way to Robyn Hode And sone he hym vnbounde. He gaf hym a gode swerde in his hond, 72 His hed therwith for to kepe, And ther as þe walle was lowyst Anon down can þei lepe. Be þat þe cok began to crow 73 The day began to spryng; The scheref fond þe jaylier ded, The comyn bell made he ryng. He made a crye thoroout al þe town, 74 Wheder he be 3oman or knave Þat cowþe bryng hym Robyn Hode, His warison he shuld haue. Ffor I dar neuer, said þe scheref, 75 Cum before oure kyng; Ffor if I do, I wot serten Ffor soþe he wil me heng. The scheref made to seke Notyngham 76 Bothe be strete and stye, And Robyn was in mery Scherwode As li3t as lef on lynde. Then bespake gode Litull John, 77 To Robyn Hode can he say: I haue done þe a gode turne for an euyll, Quyte þe whan þou may. I haue done þe a gode turne, seid Litull John, 78 Ffor sothe as I yow say; I haue brou3ht þe vnder grene-wode lyne; Ffare wel, and haue gode day. Nay, be my trouth, seid Robyn Hode, 79 So shall hit neuer be; I make þe maister, seid Robyn Hode, Of alle my men and me. Nay, be my trouth, seid Litull John, 80 So shalle hit neuer be; But lat me be a felow, seid Litull John, No noder kepe I be. Thus John gate Robyn Hode out of prison, 81 Sertan withoutyn layn; Whan his men saw hym hol and sounde, Ffor sothe they were full fayne. They filled in wyne and made hem glad 82 Vnder þe levys smale, And 3ete pastes of venyson Þat gode was with ale. Than worde came to oure kyng 83 How Robyn Hode was gon, And how þe scheref of Notyngham Durst neuer loke hym vpon. Then bespake oure cumly kyng 84 In an angur hye: Litull John hase begyled þe schereff, In faith so hase he me. Litul John has begyled vs bothe, 85 And þat full wel I se; Or ellis þe schereff of Notyngham Hye hongut shulde he be. I made hem 3emen of þe crowne 86 And gaf hem fee with my hond; I gaf hem grith, seid oure kyng, Thorowout all mery Inglond. I gaf theym grith, þen seid oure kyng; 87 I say, so mot I the, Ffor sothe soch a 3eman as he is on In all Inglond ar not thre. He is trew to his maister, seid our kyng; 88 I sey, be swete Seynt John, He louys better Robyn Hode Then he dose vs ychon. Robyn Hode is euer bond to hym 89 Bothe in strete and stalle; Speke no more of this mater, seid oure kyng, But John has begyled vs alle. Thus endys the talkyng of the munke 90 And Robyn Hode i-wysse; God þat is euer a crowned kyng Bryng vs all to his blisse!
ROBIN HOOD E IL FRATE
In estate, nello splendore dei boschi 1 Quando le foglie son larghe e lunghe È piacevole sentir cantare Gli uccelli nella bella foresta; Vedere i cervi andar nella valle 2 E lasciare gli alti colli, E l'ombra tra le verdi foglie Sotto gli alberi del bosco. Accadde a Pentecoste 3 Una mattina presto, di Maggio, Che c'era un bel sole splendente E gli uccelli cantavano allegri: "È una bella mattina", disse Little John, 4 "Per Colui che morì sulla Croce; Un uomo più felice di me Non esiste tra tutti i Cristiani, Stai di buon animo, mio caro padrone", 5 Disse Little John; "Pensa che è un bel momento In una mattina di Maggio." "Una cosa mi rattrista", disse Robin, 6 "E mi pesa proprio sul cuore: Che in questo giorno solenne Non posso andare al Mattutino e alla Messa. "Son più di due settimane", disse, 7 "Che non vedo il mio Salvatore; Oggi andrò a Nottingham", disse Robin, "Con l'aiuto della dolce Maria." Parlò allora Much, il figlio del mugnaio, 8 Che sempre gli arrida buona fortuna: "Prendi dodici dei tuoi robusti uomini Al tuo fianco, e ben armati: Uno che da solo ti ammazzerebbe Non oserebbe contro dodici." "Di tutti i miei uomini", disse Robin, 9 "In fede mia, non ne voglio che uno: Little John porterà il mio arco Finché non avrò voglia di tirare." "Tu porterai il tuo arco", disse Little John, 10 "Padrone, ed io porterò il mio; E scommetteremo un penny", disse Little John, "Tirando a un tiglio della foresta." "Non un penny", disse Robin Hood, 11 "In fede mia scommetterò con te, Ma per ogni colpo che tirerai", disse Robin, "Io ne scommetterò tre." Allora tirarono quei due yeomen 12 Sia ai cespugli che agli arbusti di scopa, Little John vinse al suo maestro Cinque scellini per le calze e le scarpe. Nacque una terribile disputa 13 Fra di loro, mentre eran per strada: Little John diceva d’aver vinto cinque scellini E Robin diceva proprio di no. Robin diede del bugiardo a Little John 14 E gli diede uno schiaffo; Little John s’infuriò allora E sguainò la sua spada lucente. "Se tu non fossi il mio capo", disse Little John, 15 "Saresti già stato colpito a morte; Cercati un uomo dove ti aggrada, Perché a me non mi avrai mai più." Robin allora se ne va da solo 16 Quella mattina, a Nottingham; Little John se ne tornò a Sherwood - I sentieri, li sapeva uno a uno. Quando Robin arrivò a Nottingham, 17 (Questo è certo, non v’è menzogna), Pregò Iddio e la dolce Vergine Che lo facessero tornar sano e salvo. Andò alla chiesa di Santa Maria 18 E s’inginocchiò davanti alla Croce; E tutti quelli che erano in chiesa Videro bene Robin Hood. Accanto a lui c’era un frate, in piedi, 19 Con un gran testone, Dio se ce l’aveva! Riconobbe subito Robin Hood, Proprio non appena lo vide. Corse alla porta e uscì fuori 20 Immediatamente, con tutta fretta; Tutte le porte di Nottingham Fece sbarrare una a una. "Alzati", disse, "o prode Sceriffo, 21 Vestiti e preparati; Ché ho visto il tirapiedi del Re, Di sicuro è qui in città. Ho visto quel maledetto scagnozzo 22 Mentre prendeva la Messa; Sarebbe colpa tua", disse il frate "Se ci dovesse sfuggire. Quel traditore si chiama Robin Hood, 23 Vive fra i tigli della verde foresta; Una volta m’ha derubato di cento sterline, Di questo non mi scorderò mai." S’alzò allora quel prode Sceriffo 24 E si preparò in gran fretta; Molti furono gli uomini Che con lui andarono alla chiesa. Spalancarono le porte 25 A furia di bastonate: "Ohimè, ohimè", disse Robin Hood, "Ora sì che mi manca Little John". Ma Robin sguainò uno spadone 26 Che aveva cinto giù fino al ginocchio; Quando lo Sceriffo e i suoi uomini gli furono addosso Avrebbe voluto esser fuori sul sagrato. Allora si gettò fra di loro 27 - Questo ve lo dico per certo - E ferì molti uomini, Dodici ne uccise quel giorno. Ma sulla testa dello Sceriffo 28 La spada egli ruppe in due pezzi; "Al fabbro che t’ha fatta", disse Robin, "Prego Iddio di mandar ogni sventura! Ché ora son disarmato", disse Robin 29 "Ohimè, e contro la mia volontà; A meno che non sfugga a questi traditori Son certo che mi uccideranno." Robin corse dentro la chiesa 30 Passando attraverso ognuno di loro [.....]
[ le notizie della cattura raggiungono i suoi uomini ]
Qualcuno svenne come se fosse morto, 31 E rimase veramente di pietra; Nessuno di loro si mantenne saldo A parte Little John. "Basta comportarsi così", disse Little John 32 "Per l’amore di Colui che è morto in croce! Voi, che dovreste essere uomini valenti, È una vergogna vedervi cosi! Il nostro capo è stato sempre in difficoltà, 33 Eppure è riuscito sempre a scappare; Rincuoratevi, basta coi sospiri, E ascoltate bene quel che vi dico. Egli è devoto a Nostra Signora 34 E sempre, certo, lo sarà; Quindi confido soprattutto in Lei, Non morirà di mala morte. Siate quindi felici", disse Little John, 35 "E smettetela di piangere; Io farò da guida a quel monaco Con l’aiuto della Madonna." Parlò allora Much, il figlio del mugnaio: 36 "Allora andremo noi due." "Se lo incontro", disse Little John "Conto di fargli del male. "Appuntamento al solito albero 37 Sotto le tenere foglie, E non risparmiate la selvaggina Che va per questa valle." Partirono dunque i due yeomen, 38 Much e Little John insieme, E andarono a casa dello zio di Much, Vicino alla strada maestra. Un mattino Little John era alla finestra 39 E guardava da una loggetta; S’accorse del frate che veniva a cavallo Accompagnato da un paggetto. "In fede mia", Little John disse a Much, 40 "Ti posso dar delle buone notizie: Vedo che il frate sta venendo a cavallo, Lo riconosco dal suo largo cappuccio." Gli yeomen scesero sulla strada 41 Come persone gentili e alla mano; Salutarono il frate e gli chiesero notizie Come fossero stati suoi amici. "Da dove venite?", chiese Little John, 42 "Dateci notizie, vi prego D’un fuorilegge chiamato Robin Hood Che fu catturato ieri. "Ha derubato me e il mio compagno 43 Di venti marchi, vi dico; Se quel bandito fosse stato preso, Di certo saremmo felici." "Così ha fatto a me", disse il frate, 44 "Di cento e più sterline; Ma l’ho acchiappato per primo, E mi potete ringraziar di questo." "Dio vi ringrazi", disse Little John, 45 "E anche noi lo faremo, quando potremo; Col vostro permesso, verremo con voi E vi faremo da guida; Perché Robin Hood ha molti feroci compagni, 46 Ve lo dico e ne sono certo; Se sapesse che siete per questa strada Di sicuro sareste ammazzati." Mentre parlavano cammin facendo 47 Il monaco e Little John, John prese per il capo il cavallo del frate Rapidamente, all’improvviso; John prese per il capo il cavallo del frate, 48 Questo ve lo dico per certo; Così fece Much al paggetto Per timore che scappasse. Per la cocolla del cappuccio 49 John il frate spinse giù: John non ne aveva affatto paura, Lo fece cadere e battè una zuccata. Little John era proprio arrabbiato 50 E sguainò alta la spada; Il frate capì che doveva morire E gridava forte pietà. "Era il mio padrone", disse Little John, 51 "Quello che hai fatto arrestare; Ma dal re, per raccontarglielo, Tu non arriverai mai." John troncò la testa al frate, 52 Non voleva più indugiare; E così Much al paggetto Per paura che parlasse. Tutti e due furon sepolti 53 Nè in una palude, nè in uno scopeto; Little John e Much insieme Portaron le lettere al Re. Quando John arrivò dal Re 54 Davanti a lui s’inginocchiò: "Dio Vi salvi, mio nobile Singore, Gesù Vi salvi e Vi protegga! "Dio Vi salvi, mio nobile Re!" 55 John era assai audace a parlare; Gli porse le lettere in mano Ed il Re le scartò. Il Re le lesse immediatamente 56 E disse, "Altrettanto a te! Nessun yeoman nella bella Inghilterra Mai ho tanto desideraro di vedere". Il Re chiese: "Dov’è il frate 57 Che le avrebbe dovute portare?" "In fede mia", disse Little John, "È morto cammin facendo." Il Re diede a Much e a Little John 58 Venti sterline, ve lo giuro, Li fece yeomen della Corona E quindi li congedò. Poi diede a John una lettera segreta 59 Da portare allo Sceriffo; Che gli portasse Robin E che nessuno osasse toccarlo. John si congedò dal Re 60 Questo ve lo dico per certo; Poi per la strada più breve S’avviò verso Nottingham. Quando John arrivò a Nottingham 61 Tutte le porte erano già chiuse; John chiamò il guardaporte Che rispose subito. "Come mai", disse Little John, 62 "Hai chiuso le porte così presto?" "È per Robin Hood", rispose, "È stato messo in gattabuia. "John, Much e Will Scathelock, 63 Ve lo dico per certo, Uccidono dei nostri sulle mura E ci assaltano ogni giorno." John chiese dello Sceriffo 64 E presto lo trovò: Aprì il Sigillo del Re E gli porse la lettera in mano. Lo Sceriffo vide il Sigillo del Re 65 E si tirò giù il cappuccio: "Dov’è il frate," chiese a Little John, "Che l’avrebbe dovuta portare?" "Il Re è tanto contento di lui, 66 Questo Ve lo dico per certo, Che l’ha fatto abate di Westminster E Signore di quell’abbazia." Lo Sceriffo gli imbandì una buona tavola 67 E gli diede del miglior vino; La sera se ne andarono a letto, E ognuno se ne andò a riposare. Quando lo Sceriffo fu addormentato 68 Fra i fumi della birra e del vino, Little John e Much il Mugnaio S’avviarono alla prigione. Little John chiamò il carceriere 69 E gli disse d’alzarsi subito; Disse che Robin era evaso, Era scappato di prigione. Il carceriere s’alzò subito, certo, 70 Appena sentì John gridare; Little John fu lesto con la spada E lo inchiodò alla parete. "Ora farò io il carceriere, 71 E prenderò le chiavi", dice Little John. Andarono da Robin Hood E subito lo liberarono. Gli diede una buona spada 72 Perché si potesse difendere, E dove il muro era più basso Saltarono subito giù. Il gallo cominciò a cantare, 73 Il giorno stava sorgendo; Lo Sceriffo trovò il carceriere morto E fece suonare l’allarme. Fece gridare per tutta la città 74 Che chi gli avesse portato Robin, Fosse uno yeoman o fosse un servo, Avrebbe avuto la sua ricompensa. "Non oso neanche", disse lo Sceriffo, 75 "Presentarmi dal nostro Re; Se lo faccio, sono sicuro Che mi farà impiccare." Fece frugare Nottingham 76 Per ogni strada, per ogni vicolo; Ma Robin era già a Sherwood Leggero come una foglia di tiglio. Parlò allora il buon Little John 77 E disse a Robin Hood: "Ti ho reso bene per male, Sdebitati quando potrai. T’ho reso un buon servizio", disse Little John, 78 "Di questo ne sono certo; T’ho riportato al tiglio della foresta verde, Arrivederci e buona giornata." "No, in fede mia", disse Robin Hood, 79 "Questo proprio non deve accadere; Ti faccio padrone" disse Robin Hood, "Di tutte i miei uomini e me." "No, in fede mia", disse Little John, 80 "Questo proprio non deve accadere; "Sarò tuo compagno," disse Little John, "E non voglio esser nient’altro." Così John liberò Robin Hood di prigione, 81 È verità e non vi mento; Quando i suoi lo videro sano e salvo Furono veramente felici. Versarono il vino e fecero bisboccia 82 Sotto le tenere foglie, Mangiaron pasticcio di cacciagione, Che con la birra è buonissimo. Giunse notizia al nostro Re 83 Di come Robin era riuscito a fuggire, E che lo Sceriffo di Nottingham Non osava guardarlo in faccia. Parlò allora il nostro bel Re 84 Ed era arrabbiato sul serio: "Little John ha fregato lo Sceriffo, E, certo, ha fregato anche me. Ci ha fregati tutt’e due, 85 Questo lo vedo bene; Sennò lo Sceriffo di Nottingham Sarebbe stato impiccato. Li ho fatti yeomen della Corona, 86 Li ho ricompensati io stesso; Ho concesso loro il perdono Per tutta la bella Inghilterra. Ho concesso loro il perdono, 87 E così farò con te; Ché di yeoman come quello In Inghilterra non ce ne son tre. È fedele al suo padrone," disse il nostro Re, 88 "Ti dico, per il buon San Giovanni, Che ama di più il suo padrone Che tutti noi messi assieme. Robin Hood è sempre con lui, 89 Per la strada ed in casa; Non parliamone più," disse il Re, "Ma ci ha fregati entrambi." Così finisce il racconto del frate 90 E di Robin Hood, certamente; Dio, che è sempre un Re coronato Ci porti tutti in Paradiso!



(140) ROBIN HOOD RESCUING THREE SQUIRES - Robin Hood salvatore di tre Scudieri
Nella foresta di Sherwood vige la legge della solidarietà, specialmente quando ci sono di mezzo dei compagni presi con le mani nel sacco a cacciare di frodo. Moltissime avventure attribuite a Robin Hood seguono fondamentalmente questa trama: le vittime innocenti vengono catturate e condannate a morte, e vengono salvate da Robin camuffatosi abilmente in vari modi. La scena del travestimento (strofe 10-17) è qui particolarmente gustosa: l’incredulo palmiere (ovvero un pellegrino girovago la cui ultima meta doveva essere la Terrasanta) cede i suoi stracci a Robin Hood in cambio non solo dei bei vestiti del bandito, ma di una cospicua somma in oro e in argento, mentre Robin assume le sue sembianze con una gran voglia di mettersi a ridere, se non fosse che ci sono tre compagni da salvare dalla forca. La "vestizione" di Robin Hood è seguita dalla ballata indumento per indumento, con la tipica tecnica della ripetizione progressiva, e, certo, doveva provocare il riso negli ascoltatori che s’immaginavano il bandito gentiluomo vestito da straccione. Di questa ballata sono state registrate anche delle versioni scozzesi e americane, per lo più delle mediocri broadsides; il nostro testo proviene invece da un canzoniere inglese della fine del XVIII secolo (The English Archer, York, ca. 1790, p. 65). Malgrado la provenienza, nel testo sono presenti alcuni termini dialettali chiaramente scozzesi.
ROBIN HOOD RESCUING THREE SQUIRES
There are twelve months in all the year, 1 As I hear many men say, But the merriest month in all the year Is the merry month of May. Now Robin Hood is to Nottingham gone, 2 With a link a down and a day, And there he met a silly old woman, Was weeping on the way. "What news? What news, thou silly old woman? 3 What news hast thou for me?" Said she, "There’s three squires in Nottingham town To-day is condemned to die." "O have they parishes burnt?" he said, 4 "Or have they ministers slain? Or have they robbed any virgin, Or with other men’s wives have lain?" "They have no parishes burnt, good sir, 5 Nor yet have ministers slain, Nor have they robbed any virgin, Nor with other men’s wives have lain." "O what have they done?" said bold Robin Hood, 6 "I pray thee tell to me:" "It’s for slaying of the king’s fallow deer, Bearing their long bows with thee." "Dost thou not mind, old woman," he said, 7 "Since thou made me sup and dine? By the truth of my body," quoth bold Robin Hood, "You could not tell it in better time." Now Robin Hood is to Nottingham gone, 8 With a link a down and a day, And there he met with a silly old palmer, Was walking along the highway. "What news? what news, thou silly old man? 9 What news, I do thee pray?" Said he, "Three squires in Nottingham town Are condemned to die this day." "Come change thy apparel with me, old man, 10 Come change thy apparel for mine; Here is forty shillings in good silver, Go drink it in beer or wine." "O thine apparel is good," he said, 11 "And mine is ragged and torn; Whereever you go, whereever you ride, Laugh ne’er an old man to scorn." "Come change thy apparel with me, old churl, 12 Come change thy apparel with mine; Here are twenty pieces of good broad gold, Go feast thy brethren with wine." Then he put on the old man’s hat, 13 It stood full high on the crown: "The first bold bargain that I come at, It shall make thee come down." Then he put on the old man’s cloak, 14 Was patch’d black, blew and red; He thought no shame all the day long To wear the bags of bread. Then he put on the old man’s breeks, 15 Was patch’d from ballup to side; "By the truth of my body," bold Robin can say, "This man lov’d little pride." Then he put on the old man’s hose, 16 Were patch’d from knee to wrist; "By the truth of my body," said bold Robin Hood, "I’d laugh if I had any list." Then he put on the old man’s shoes, 17 Were patch’d both beneath and aboon; Then Robin Hood swore a solemn oath, "It’s good habit that makes a man." Now Robin Hood is to Nottingham gone, 18 With a link a down and a down, And there he met with the proud sheriff, Was walking along the town. "O save, O save, O sheriff," he said, 19 "O save and you may see! And what will you give to a silly old man To-day with your hangman be?" "Some suits, some suits," the sheriff he said, 20 "Some suits I’ll give to thee; Some suits, some suits, and pence thirteen To-day’s hangman’s fee." Then Robin he turns him round about, 21 And jumps from stock to stone, "By the truth of my body," the sheriff he said, "That’s well jumpt, thou nimble old man." "I was ne’er a hangman in all my life, 22 Nor yet intends to trade; But curst be he," said bold Robin, "That first a hangman was made. "I’ve a bag for meal, and a bag for malt, 23 And a bag for barley and corn; A bag for bread, and a bag for beef, And a bag for my little small horn. "I have a horn in my pocket, 24 I got it from Robin Hood, And still when I set it to my mouth, For thee it blows little good." "O wind thy horn, thou proud fellow, 25 Of thee I have no doubt; I wish that thou give such a blast Till both thy eyes fall out." The first loud blast that he did blow, 26 He blew both loud and shrill; A hundred and fifty of Robin Hood’s men Came riding over the hill. The next loud blast that he did give, 27 He blew both loud and amain, And quickly sixty of Robin Hood’s men Came shining over the plain. "O who are you," the sheriff he said, 28 "Come tripping over the lee?" "They’re my attendants," brave Robin did say, "They’ll pay a visit to thee." They took the gallows from the slack, 29 They set in the glen, They hang’d the proud sheriff on that, Releas’d their own three men.
ROBIN HOOD SALVATORE DI TRE SCUDIERI
Dodici mesi ci sono nell’anno, 1 Come sento dire da tanti; Ma il mese più bello di tutto l’anno È il bellissimo mese di maggio. Robin Hood se ne andò a Nottingham 2 Con un din don ed un giorno E v’incontrò una vecchia stolta Che stava piangendo per strada. "Vecchia stolta, che c’è di nuovo, 3 Che c’è di nuovo per me?" "Ci son tre scudieri a Nottingham Che saran giustiziati domani." "Han dato fuoco a delle chiese, 4 Oppure hanno ucciso dei preti? Hanno stuprato qualche vergine O sono andati a letto con qualche sposa?" "Non han dato fuoco a nessuna chiesa, signore, 5 E non hanno ucciso nessun prete; Non hanno stuprato nessuna vergine E non sono andati a letto con nessuna sposa." "Che hanno fatto, allora?" disse Robin Hood, 6 "Su, dimmelo, te ne prego." "Assieme a te, col lungo arco Hanno ucciso dei cervi del Re." "Non ti ricordi, vecchia," disse, 7 "Quando mi davi da mangiare? Sulla mia persona, in un momento migliore Mai me l’avresti potuto dire." Robin Hood se ne andò a Nottingham 8 Con un din don ed un giorno, E v’incontrò uno stolto palmiere In cammino sulla strada maestra. "Vecchio stolto, che c’è di nuovo? 9 Su, dimmelo, te ne prego." "Ci son tre scudieri a Nottingham Che saran giustiziati domani." "Scambiamoci gli abiti, vecchio, 10 Cambia i tuoi vestiti coi miei; Eccoti quaranta scellini d’argento, Vatteli a bere in birra o in vino." "Tu hai dei bei vestiti," disse, 11 "Mentre i miei sono laceri e lisi; Dovunque tu vada a piedi o a cavallo Non devi mai deridere un vecchio." "Vieni, vecchio, e scambiamoci gli abiti, 12 Vieni, su, scambiamoci i vestiti; Eccoti venti monete d’oro, Prenditi una sbronza coi tuoi compagni." Allora si mise il cappello del vecchio, 13 Gli stava ben dritto sulla testa: "Il primo buon affare che ho mai fatto Ti farà certo andare in rovina." Allora si mise il mantello del vecchio 14 Pieno di toppe blu, nere e rosse; Per tutto il giorno non pensò alla vergogna Di portar le bisacce del pane. Allora si mise le brache del vecchio, 15 Piene di toppe da tutte le parti; "Sulla mia persona," disse Robin Hood, "Quest’uomo non ha una stilla d’orgoglio." Allora si mise i calzoni del vecchio 16 Pieni di toppe dal ginocchio alla vita: "Sulla mia persona," disse Robin Hood, "Riderei, se ne avessi voglia." Infine si mise le scarpe del vecchio 17 Tutte rattoppate, di sotto e di sopra; Robin Hood lanciò un’imprecazione, "Un uomo si vede da un buon vestito!" Robin Hood se ne andò a Nottingham, 18 Con un din don, e un din don dan E v’incontrò il fiero Sceriffo Che camminava per la città. "Salve, salve, Sceriffo," disse, 19 "Salve, e ben incontrato! Che cosa dareste ad un vecchio stolto Se oggi vi facesse da boia?" "Degli abiti, degli abiti," disse lo Sceriffo, 20 "Degli abiti, questo ti darei; Degli abiti, degli abiti e tredici pence, La paga di oggi per un boia." Allora Robin fa una giravolta 21 E salta da un ceppo su una pietra; "Sulla mia persona," disse lo Sceriffo, "Sei proprio agile per essere un vecchio!" "Mai in tutta la vita son stato un boia, 22 E non intendo farlo adesso; Sia maledetto," disse Robin "Chi per primo fu fatto boia. "Ho una borsa per la farina, 22 Una per l’orzo, il malto ed il grano; Una per il pane, una per la carne, Un’altra ancora per il mio piccolo corno. "Ho un corno nella mia tasca, 23 L’ho avuto da Robin Hood; Quando me lo porto alla bocca Per te suona proprio bene." "Suona quel corno, vanitoso, 24 Ora lo so di certo chi sei; Vorrei che soffiassi tanto forte Da farti scoppiare gli occhi." Il primo squillo che diede 25 Lo diede forte e sonante; Centocinquanta dei suoi compagni Arrivarono a cavallo dal colle. Il secondo squillo che diede 26 Lo diede forte e violento; Sessanta compagni, con spade lucenti Arrivarono per la pianura. "Chi siete?", disse lo Sceriffo, 27 "Voi che venite da sottovento?" "Sono i miei compagni," disse Robin, "Venuti a farti una visitina." La forca tiraron via dalla piana 28 E la portarono nella valle; C’impiccarono il fiero Sceriffo E liberarono i loro tre compagni.



(120) ROBIN HOOD’S DEATH - La Morte di Robin Hood
Siamo giunti al termine del cammino terreno di Robin Hood. Malato ed in preda alla febbre, il bandito si dirige in fretta al priorato di Kirklees per farsi fare un salasso da sua cugina, monaca nel convento. Ma la perfida donna, che, come veniamo a sapere da altre versioni, era in combutta con il vile Sir Roger di Doncaster per impadronirsi di Robin e farlo fuori, non non si lascia sfuggire la ghiotta occasione e chiude Robin a chiave in una stanza a dissanguarsi per un giorno intero. Quando Robin, ormai in fin di vita, riesce a suonare il corno da caccia ed a richiamare l’attenzione di Little John (il suo più fedele compagno gli è vicino fino all’ultimo), è oramai troppo tardi; in un accesso di rabbia, Little John chiede a John il permesso di dare fuoco a tutto il convento, ma Robin, dimostrandosi un vero cavaliere, glielo nega, dicendo orgogliosamente di non aver mai fatto in vita sua alcun male ad una donna e di non intendere farlo proprio in punto di morte. I suoi nobili princìpi etici vengono così ribaditi fino all’estremo. Robin Hood non poteva che essere vittima di un tradimento, ed è indicativo che nella sua morte giochi un ruolo decisivo una persona di Chiesa (preti e frati sono sempre stati fra le sue vittime preferite, sebbene un monaco, Frate Tuck, faccia parte della sua banda); la nostra versione (da The English Archer, Paisley, 1786, in Child III, 206) si conclude con l’epitafio che Robin Hood stesso avrebbe dettato per la sua tomba; ma si tratta probabilmente di un’aggiunta posteriore.
ROBIN HOOD’S DEATH
When Robin Hood and Little John 1 Down a down a down a down Went oer yon bank of broom, Said Robin Hood bold to Little John, "We have shot for many a pound. Hey etc. "But I am not able to shoot one shot more, 2 My broad arrows will not flee; But I have a cousin lives down below, Please God, she will bleed me." Now Robin he is to fair Kirkly gone, 3 As fast as he can win; But before he came there, as we do hear, He was taken very ill. And when he came to fair Kirkly Hall, 4 He knock’d all at the ring, But none was so ready as his cousin herself For to let bold Robin in. "Will you please to sit down, cousin Robin," she said, 5 "And drink some beer with me?" "No, I will neither eat nor drink, Till I am blooded by thee." "Well, I have a room, cousin Robin," she said, 6 "Which you did never see, And if you please to walk therein, You blooded by me shall be." She took him by the lily-white hand, 7 And led him to a private room, And there she blooded bold Robin Hood, While one drop of blood would run down. She blooded him in a vein of the arm, 8 And locked him up in the room; Then did he bleed all the live-long day, Until the next day at noon. He then bethought him of a casement there, 9 Thinking for to get down; But she was so weak he could not leap, He could not get him down. He then bethought him of his bugle-horn, 10 Which hung low down to his knee; He set his horn unto his mouth And blew out weak blasts three. Then Little John, when hearing him, 11 As he sat under a tree, "I fear my master is now near dead, He blows so wearily." Then Little John to fair Kirkly is gone, 12 As fast as he can dree; But when he came to Kirkly Hall, He broke locks two or three: Until he caem bold Robin to see, 13 Then he fell on his knee; "A boon, a boon," cries Little John, "Master I beg of thee." "What is that boon," said Robin Hood, 14 "Little John, thou begs of me?" "It is to burn fair Kirkly Hall, And all their nunnery." "Now nay, now nay," quoth Robin Hood, 15 "That boon I’ll not grant to thee; I never hurt woman in all my life, Nor men in woman’s company." "I never hurt fair maid in all my time, 16 Nor at mine end shall be; But give me my bent bow in my hand, And a broad arrow I’ll let flee; And where this arrow is taken up, There shall my grave digged be. "Lay me a green sod under my head, 17 And another at my feet; And lay my bent bow by my side, Which was my music sweet; And make my grave of gravel and green, Which is most right and meet. "Let me have length and breadth enough, 18 With a green sod under my head; That they may say, when I am dead, Here lies bold Robin Hood."
LA MORTE DI ROBIN HOOD
Mentre Robin Hood e Little John 1 down a down a down a down Se n’andavano per quella riva fiorita di ginestre, L’ardito Robin Hood disse a Little John: "Abbiamo fatto proprio una bella caccia." Hey ecc. "Ma non potrei fare un tiro di più, 2 Non voleranno le mie grandi frecce; Ho una cugina che sta laggiù, Grazie a Dio, mi farà un salasso." Robin è andato alla bella Kirklees 3 Il più veloce che poteva; Ma prima d’arrivare, come sentiremo, S’ammalò assai gravemente. Quando giunse alla bella Kirklees 4 Bussò forte alla porte; Nessuna quanto sua cugina Fu più lesta a aprire e a farlo entrare. "Accomodati, cugino Robin," lei disse, 5 "Vuoi bere un po’ di birra con me?" "No, non voglio né mangiare né bere, Ma esser salassato da te." "Ho una stanza, cugino Robin," lei disse, 6 "Che tu non hai mai visto; Se mi fai il piacere di entrarvi Io ti farò il salasso." Lo prese per la candida mano 7 E lo portò in una stanza privata; Lì fece un salasso a Robin Hood, Mentre una goccia di sangue gli scorreva giù. Gli fece il salasso in una vena del braccio 8 E lo chiuse a chiave nella stanza; Lui sanguinò per tutto il giorno Fino al giorno dopo a mezzogiorno. Allora si ricordò che c’era una finestra 9 E pensò di calarsene giù; Ma era così debole che non poteva saltare, E non poté scappare fuori. Allora si ricordò del suo corno da caccia 10 Che teneva appeso al ginocchio; Si portò il corno alla bocca E diede tre deboli squilli. Quando Little John lo sentì 11 Mentre sedeva sotto un albero, "Temo che il mio padrone stia per morire, Suona troppo debolmente:" Little John è andato alla bella Kirklees 12 Il più veloce che poteva; Quando a Kirkless fu arrivato Spezzò due o tre serrature, Finché non vide l’ardito Robin 13 E cadde in ginocchio: "Una cosa, una cosa," grida Little John, "Una cosa ti chiedo, padrone." "Quale cosa?", disse Robin Hood, 14 "Quale cosa mi chiedi, John?" "Di bruciare la bella Kirklees E tutte le sue monache." "No, ti prego, no," disse Robin Hood, 15 "Non posso darti certo il permesso; In vita mia non ho mai fatto male a una donna, E neanche a uomini in compagnia d’una donna. "Mai in vita mia ho fatto del male a una fanciulla, 16 Né intendo farlo ora che sono alla fine; Ma mettimi il mio arco ricurvo in mano E scoccherò una delle mie grandi frecce: Dove la freccia si conficcherà Dovrà esser scavata la mia tomba. "Sotto la testa mettimi una zolla d’erba, 17 Un’altra mettimene ai miei piedi; Mettimi al fianco il mio arco ricurvo Che fu la mia musica dolce. Ricopri la tomba d’erba e di ghiaia, Che è la cosa più giusta e adatta. "Scava la tomba abbastanza larga e lunga 18 Con una zolla d’erba sotto la mia testa, Così che possan dire, quando sarò morto, Qui giace l’ardito Robin Hood."






Nessun commento:

Posta un commento